I centri urbani del futuro: è questo il focus dell’intervista rilasciata da Luca Valerio Camerano, Amministratore Delegato di A2A, al Corriere della Sera – Economia. Un investimento di mezzo miliardo di euro in innovazione e tecnologia entro il 2021 sarà fondamentale per una “competizione globale che si giocherà tra le città piuttosto che tra gli Stati”. La partita del futuro sarà, infatti, a livello di centri urbani e la tendenza deve essere alla strutturazione di città smart, ovvero intelligenti e sostenibili. Valerio Camerano ne illustra le caratteristiche principali, sottolineando come queste portino a un miglioramento della qualità della vita dei cittadini attraverso soluzioni concrete di alcune problematiche che si riscontrano quotidianamente: dalla gestione del traffico e della mobilità all’ambiente e alla sicurezza.
Da uno studio di McKinsey è emerso che le smart city potranno portare a una riduzione del 20-30% dell’utilizzo di acqua e a un risparmio del 15-20% del tempo di trasferimento casa-lavoro-casa, nonché a un calo del 30% del numero dei crimini. Quale può essere il ruolo delle utility in questo processo di trasformazione? Per Valerio Camerano entrano in gioco principalmente per la digitalizzazione delle reti di cui già dispongono. L’utility cittadina si trasformerà sempre più in un “urban system integrator e la trasformazione intelligente dei servizi ai cittadini, secondo una stima del Politecnico di Milano, è un mercato che vale già oggi 230 milioni di euro all’ anno e secondo Bbc Research oltre 300 miliardi nel mondo”. Solo mettendo a disposizione delle città reti a banda stretta e a banda larga attraverso i sensori, le utility agevoleranno questa trasformazione, favorita anche dalla condivisione di un sistema aperto a beneficio di tutti.
Valerio Camerano affronta nell’intervista anche il tema del rapporto tra pubblico e privato, evidenziando come sia proprio in questa duplice natura delle utility il punto di forza, in quanto si realizza una coniugazione degli “interessi più generali della collettività con la capacità di realizzazione di un sistema privato”. Le smart city mondiali hanno un sistema bilanciato tra investimenti pubblici e privati, è fondamentale tuttavia che la rete sia aperta. Il futuro potrebbe portare, inoltre, non tanto alla scomparsa delle utility di dimensione locale quanto alla necessità di processi di aggregazione. “Utility di grandi dimensioni si fanno carico degli investimenti e dell’innovazione tecnologica su larga scala mentre le realtà più piccole mantengono la leadership di sviluppo territoriale”, afferma Valerio Camerano, che analizza successivamente anche lo stato di questa trasformazione, evidente in primis a Milano.
Per l’Amministratore Delegato di A2A “Milano ha iniziato ad affrontare il tema del ciclo ambientale cento anni fa e con maggiore forza negli anni ‘90. Oggi le grandi città lombarde hanno un sistema di gestione ambientale in linea o migliore di quanto accade nei centri in Germania, Svizzera o Svezia, dove il 70% circa dei rifiuti viene riciclato e il 30% recuperato sotto forma di energia”. Il quartiere di Porta Romana sarà smartizzato, seguendo un progetto europeo di cui fanno parte anche Lisbona e Londra. Brescia stessa sta lavorando moltissimo in questa direzione. In chiusura di intervista, focus sugli investimenti che A2A riserverà a questo ambito: “Nei prossimi cinque anni investiremo 2,3 miliardi in generazione elettrica, reti, acqua, ambiente e clienti. Mezzo miliardo di euro saranno destinati a innovazione e tecnologia nel periodo 2018-2021, 450 milioni al settore dell’economia circolare”. Il futuro, infatti, è scritto e la transizione energetica in corso porterà a un aumento del fenomeno dell’energia distribuita con conseguente nascita delle energy communities. Il sistema elettrico diventerà più democratico.